a me piace, quando le cose smarrite si ritrovano.
il loro sparire è come una sfida, un salto nel buio, del saperle perdute e non smettere di credere in un loro ritorno.
mi piacciono i piccoli miracoli, i ricongiungimenti insperati tra calzini spaiati.
gli oggetti ritrovati sono una conferma della fede nelle forze benefiche, della insperata non sparizione, della possibile ricomposizione: il blu col blu, il verde col verde.
ho sempre dato poca attenzione alle mie cose, non perché non le ami, ma non le assillo, le lascio libere di andare e tornare.
se se ne vanno, le aspetto, non penso mai di ricomprarle: sarebbe un’impostura odiosa.
le mie cose sono le cose giuste per me, hanno un nome e una storia, un tempo insieme che è diventato passato.
così, un pezzo piccolo dell’aspirapolvere, è stato un mese in un cesto di paglia in compagnia di guinzaglio.
si sono fatti compagnia, hanno contato insieme i giorni e le notti: il guinzaglio sognava la passeggiata, il pezzetto di aspirapolvere un’inspirazione forsennata.
quando sono tornati, non ho dato peso al loro ritorno, non ho dato alcuna soddisfazione, ho fatto come se sempre fossero stati dove li avevo posati.
un posto, che adesso, tra l’altro, non ricordo.