A volte il miracolo è in una lingua muta.
La lingua delle cose che nascono intraducibili.
Il margine di ciò che accade a margine di ciò che accade.
L’ombra si fa coraggio e, per un attimo, assume più consistenza del corpo che la genera.
Nel modo in cui la mano stringe il fazzoletto, nel lieve incespicare della grana della voce (non ciò che la voce dice, ma come) rabbrividisce la realtà.
Risiede nel prima di ogni parola.
Nella bocca prima di pronunciare.