Io, mentre ero a Dublino, attraversavo la strada,
era mattino e c’era la luce del mattino di Dublino, un po’ buia, un po’ seria, e faceva fresco ma neanche tanto freddo,
attraversavo la strada facendo attenzione per andare al pulmino argentato dove c’era un ragazzo col cappellino di lana che sbadigliava perché anche lui si era appena svegliato,
mi ha fatto un caffè lunghissimo, l’ha messo in quei bicchieri di cartone che dopo si tappano col coperchio di plastica e mi ha detto, passandomelo, che potevo metterci tutto lo zucchero che volevo.
Ci ho messo due bustine.
Ho girato il mio caffè con un legnetto e ho guardato l’ora: erano le 7,51 dell’ora di Dublino.
Ho attraversato la strada e ho pensato Quante persone si possono amare perdutamente allo stesso momento?
E in quel momento ne ho contate tre.